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MITI SFATATI: i consigli della NONNA funzionano davvero?

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Oggi parliamo un po’ dei fantomatici ‘’consigli della nonna’’ come l’usare il latte sulle foglie oppure non dormire in camera con le piante… vediamo insieme se c’è davvero un fondo di verità o se sono consigli completamente campati in aria. Ah e non preoccupatevi: se siete incappati in uno o più di questi miti può succedere: sbagliando si impara ed io sono la prima che sbaglia e cerca di migliorarsi continuamente. Quindi cerchiamo di capire insieme, usando la logica, cosa è vero e cosa no, cosa funziona e cosa andrebbe proprio evitato.

Il latte sulle foglie

Il suggerimento di pulire le foglie con il latte è quello che ho sentito più spesso. Non so chi per primo abbia messo in giro questa voce ma circola da anni e ha fregato più di un appassionato di piante. Pulire le foglie delle piante è importante proprio per aiutarle a compiere al meglio la fotosintesi e per un controllo preventivo delle infestazioni. Ma il latte sulle foglie non va bene perché crea una patina che, al contrario, impedisce alla pianta di compiere al meglio la fotosintesi clorofilliana. Inoltre le proteine e gli zuccheri del latte, che naturalmente non dovrebbero essere presenti su una pianta tropicale, attirano moscerini e parassiti e possono anche causare malattie fungine.

La buccia di banana come pannuccio

Anche la buccia della banana non è certo un pannuccio naturale che nasce proprio per permetterci di pulire le foglie delle nostre piante. Riempire le foglie di residui di polpa di banana vi farebbe letteralmente riempire la casa di insetti, avvertirete nel tempo puzza di decomposizione e, come sopra, la foglia non riuscirebbe a compiere per bene la fotosintesi.

Ho poi sentito di usare l’aceto, l’alcol, dei macerati con scarti alimentari… ma se andiamo per logica, cosa succede in natura? Delle fantastiche pioggie tropicali lavano continuamente le foglie nelle foreste e quindi ecco qual è il metodo migliore: se vogliamo essere proprio raffinati raccogliamo l’acqua piovana sul balcone quando riusciamo e la utilizziamo – ottima anche per annaffiare ovviamente – perché priva di calcare o cloro quindi non lascerà delle macchie bianche sulle foglie. Ma possiamo usare benissimo acqua lasciata un po’ riposare. Insomma, l’acqua è la scelta giusta!

Fondi di caffè per il nutrimento

I fondi di caffè sul terriccio li ho visti spessissimo ultimamente. Dopo la moka c’è chi svuota il tutto e mette a cucchiaiate ciò che resta sul terriccio, dando una mescolata superficiale. Bene, cerchiamo di capire se in tutto ciò c’è un fondo di verità. I fondi di caffè possono essere o inutili oppure pericolosi e vi spiego perché: un cucchiaino non fa nulla, non è in grado di fornire alcun nutrimento extra. Parecchi cucchiaini possono invece bruciare le radici delle piante, creare muffa e vermetti per via del processo di decomposizione. Ma i fondi di caffè con le piante hanno effettivamente a che fare in qualche modo? Sì ma solo se abbiamo una compostiera. E’ solo lì che i fondi di caffè hanno un senso e possono apportare qualcosa alla pianta: insieme ad altri scarti di cibo, possono decomporsi e donare al compost stesso i loro nutrienti.

I chiodi nel terreno per il ferro

Ultimamente sento spesso di persone che suggeriscono l’utilizzo di chiodi o addirittura chiodi arrugginiti per ‘’nutrire le piante’’ e nin particolare fornire loro del ferro. C’è chi consiglia anche di immergerli prima nel limone, chi nella birra. ALLORA. Quello che possiamo dire di primo acchitto è che nessuno studio dimostra una cosa del genere, anzi: il ferro sotto forma di ruggine, l’ossido di ferro, non è realmente disponibile per il metabolismo delle piante. E’ sicuramente una domanda che possiamo lasciare aperta ma nel dubbio io eviterei di riempire i vasi delle mie piante con decine di ferri arrugginiti.

Le piante rubano l’ossigeno

Veniamo quindi ad un classicone: no alle piante in camera da letto se non si vuole morire soffocati. Ma da dove viene questa leggenda? Questo falso mito nasce dalla costatazione che le piante usino ossigeno durante la fase notturna. Ma quanto ne usano davvero, in fin dei conti? Molto meno di quello che pensiamo! Basti pensare che se abbiamo una persona o un animale che ci dorme accanto o comunque nella stessa stanza, questo consumerà molto più ossigeno di quanto possano fare un po’ di piante durante la notte. Io che dormo con il mio compagno, il mio cane e i miei due gatti dovrei quindi essere già morta da tempo? 

Il ciclo mestruale uccide le piante

Infine chiudiamo con una chicca da medioevo: le donne, durante le mestruazioni, non posso avvicinarsi, toccare, rinvasare e concimare le piante altrimenti le farebbero appassire fino ad ucciderle. Qui non c’è molto da dire se non che il mito viene da un retaggio culturare del passato che non ha alcuna base scientifica. Eppure mi è capitato giusto settimana scorsa di sentirlo dire da una ragazza con una certa convinzione. Quindi sì, c’è ancora gente che ci crede.

I miti infatti ci accompagnano da sempre e riempiono ogni aspetto della nostra vita e delle nostre scelte. Non smettiamo mai di farci domande, di dubitare e di informarci e studiare così da non cadere vittime di certe dicerie infondate.

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A presto,

Francesca.

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